Antonio Ligabue (1899-1965)

Nato nel 1899, fin dalla più tenera età Ligabue ha un’esistenza difficile. Figlio naturale di un’italiana emigrata, ignorerà sempre l’identità del padre. Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi. La sua adozione non viene legittimata, ma il bambino si lega moltissimo alla matrigna con un insolito rapporto di amore e odio. Nel 1913, dopo aver superato solo la terza elementare, entra in un collegio per ragazzi handicappati, dove si distingue subito per l’abilità nel disegno e per la cattiva condotta. Nel 1917 viene curato per qualche mese in una clinica psichiatrica e qualche anno dopo è espulso dalla Svizzera su denuncia della madre adottiva. Ritorna in Italia dove vive come un vagabondo disegnando e a creando piccole sculture con l’argilla. Nel 1927 viene scoperto ed aiutato dal pittore e scultore Mazzacurati. Nel 1937 viene internato per “stato depressivo” in un manicomio da cui esce per l’interessamento dello scultore Mozzali. Durante la guerra fa da interprete alle truppe tedesche, ma nel 1945 viene nuovamente internato per aver percosso con una bottiglia un soldato tedesco. Nel 1948 viene dimesso. I critici e i galleristi cominciano ad occuparsi di lui. Iniziano anni durante i quali la fortuna sembra volgersi a suo favore. La sua fama si allarga, la sua attività pittorica subisce un netto miglioramento. Vince premi, vende quadri, trova amici che lo ospitano, si girano film e documentari su di lui. Esibisce il raggiunto prestigio sociale con la passione per le automobili, che sostituisce quella di sempre per le motociclette. Nel 1962 viene colpito da paresi, ma continua a dipingere. Nel 1965 muore.

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