La basilica di S. Pietro in Vaticano 
1° parte (dal IV sec. al 1503)

Nella prima metà del IV sec., tra il 319 e il 323, l’imperatore Costantino e papa Silvestro I costruirono la basilica di S. Pietro sulla tomba dell’Apostolo in Vaticano. Nel corso dei secoli la chiesa, che fu proclamata giubilare dal 1° Giubileo del 1300, divenne meta di pellegrinaggi sempre più frequenti.

L’ager vaticanus.
La zona del Vaticano, in epoca romana, era un’area suburbana occupata da boschi, terreni incolti e grandi ville. Essa faceva parte della XIV regione augustea, il Transtiberim, situata sulla riva destra del Tevere fuori le mura aureliane. Il Transtiberim comprendeva il Vaticano a nord, il Gianicolo al centro, Trastevere e l’isola Tiberina a sud e arrivava fino alla foce del Tevere, costeggiandone la riva.


La pianta di Roma.

La zona era percorsa da tre vie, la Trionfale, l’Aurelia Nova e la Cornelia, ed era collegata alla riva sinistra del Tevere dal Pons Neronianus.


Ingrandimento della pianta di Roma dove si vede la zona del Vaticano e la via Cornelia da cui si accedeva alla necropoli vaticana.

In quest’area si trovavano alcuni edifici importanti come il Terebintus Neronis, la Meta Romuli , e il Circo di Caligola C’erano anche quattro necropoli tra le quali quella vaticana a cui si accedeva  dalla via Cornelia.  Nei terreni ai piedi del Gianicolo, vicino al Tevere, ricchi d’argilla di ottima qualità, si trovavano numerose cave e fabbriche di laterizi e vasellame di proprietà imperiale.


Ricostruzione grafica di una parte di Roma e della zona del Vaticano 

La tomba dell’apostolo Pietro
L’apostolo Pietro venne condannato a morte durante la persecuzione dei cristiani operata da Nerone dopo l’incendio di Roma del 64. L’esecuzione avvenne tra il 64 e il 67, nel circo di Caligola, uno dei luoghi fuori le mura dove si eseguivano le condanne a morte. Nonostante il divieto di seppellire coloro che non essendo cittadini romani venivano crocefissi e non decapitati, le spoglie dell’Apostolo sarebbero state deposte da militari convertiti nel campo, denominato P dagli archeologi,  della necropoli vaticana. Quest’ipotesi si basa sul fatto che, nel I sec., il cristianesimo si era diffuso tra i soldati e solo i militari che si occupavano delle condanne a morte potevano accedere ai luoghi d’esecuzione senza destare sospetti.


Planimetria della necropoli vaticana con il campo P contrassegnato in giallo.


Prospettiva della necropoli vaticana vista da sud: a sinistra il campo P contrassegnato in giallo.

Più tardi, dal II sec., in seguito all’espansione della città, le sepolture povere di questa necropoli vennero gradualmente rimpiazzate da ricche camere funerarie che circondarono la modesta tomba terragna di S. Pietro, probabilmente del tipo detto a cappuccina.


Una tomba terragna detta "a cappuccina"  simile a quella probabilmente utilizzata per la sepoltura dell'Apostolo Pietro.

Nella seconda metà del II sec. sulla sepoltura dell'Apostolo e a ridosso del muro rosso fu costruito il Trofeo di Gaio . L’insieme di elementi strettamente connessi alla sepoltura dell’Apostolo, prendono il nome di "memoria petrina" .


Ricostruzione plastica del “Trofeo di Gaio” addossato all "muro rosso". 

Per costruire la basilica sulla tomba dell'Apostolo Pietro Costantino affrontò enormi ostacoli (La conformazione collinosa del luogo; La natura argillosa della zona; La presenza della necropoli pagana; L’esistenza di tre falde acquifere ).  Volendo che il livello del pavimento della basilica corrispondesse proprio alla soglia del Trofeo di Gaio, l'imperatore fece costruire la piattaforma su cui costruire la basilica tagliando e riempiendo di detriti le camere funerarie  situate più in alto.


 Sezione, da est, dei muraglioni fatti costruire da Costantino per la piattaforma della basilica, del livello della basilica costantiniana e di quello della basilica rinascimentale.


La basilica costantiniana
I lavori per la basilica di S. Pietro iniziarono tra il 319 e il 323; Costantino morì nel 337 e il tempio venne terminato attorno al 340-350. Costantino e papa Silvestro I costruirono sopra la tomba dell’Apostolo una basilica cimiteriale ad aula absidata e cinque navate. La basilica ricopriva l’area della Necropoli Vaticana e della parte nord del Circo di Caligola. Le camere sepolcrali imperiali di forma circolare , costruite sulla spina del circo quando esso era caduto in disuso, diventarono cappelle della basilica.


Pianta della basilica costantiniana sovrapposta alla necropoli.

La collocazione della  basilica rispetto  alla “memoria  petrina”
Costantino e Silvestro I costruirono la basilica facendo coincidere il punto centrale del diametro dell’abside con l’asse mediano verticale della “memoria  petrina”  nel suo insieme; impostando l’asse longitudinale della basilica, da ovest verso est, perpendicolarmente al “muro rosso” ed esattamente sull’asse mediano della “memoria petrina”; scegliendo come livello del pavimento della basilica quello della soglia del Trofeo di Gaio. 


Pianta dell’abside con il monumento che racchiudeva la “memoria petrina”, la pergula e il tegurium nella sistemazione costantiniana.


Spaccato assonometrico dell’abside della basilica costantiniana con necropoli e campo P.

Le sistemazioni della memoria petrina
(La sistemazione costantiniana ; La sistemazione Gregorio Magno ; La sistemazione Callisto II)
Nel corso dei secoli furono numerosi gli interventi per  rendere la "memoria petrina" più agevolmente accessibile ai pellegrini che si recavano a pregare sulla tomba dell'Apostolo Pietro. L'interno della basilica
L'edificio, lungo 118 e largo 64 m., consisteva in un’aula rettangolare absidata divisa in cinque navate da quattro file di ventidue colonne ciascuna.


Spaccato prospettico trasversale della basilica.

Il transetto
Verso la fine del IV sec. papa Damaso aggiunse alla basilica il transetto, una navata trasversale che sporgeva lateralmente dando alla basilica la forma a croce egizia o commissa. Nel braccio destro del transetto collocò il battistero.


Pianta della basilica alla fine del IV sec. con il transetto aggiunto da papa Damaso.

La facciata della basilica
Il coronamento della facciata era detto a salienti perché rivelava anche esternamente la maggior altezza della navata mediana rispetto alle navate laterali.


La facciata della basilica di S. Pietro rappresentata da Raffaello nell’affresco “L’incendio di Borgo” delle Stanze Vaticane.

La parte superiore della facciata, emergente oltre il tetto del nartéce era dotata di sei grandi finestre; inizialmente in semplice laterizio, in seguito venne ornata da mosaici  (Nel quadriportico - Sulla facciata - Sui muri della navata mediana - Sull'arco trionfale - Sul catino absidale ). Secondo alcuni studiosi, si entrava nella basilica attraverso cinque porte. Le tre mediane immettevano nella navata centrale, le altre due in quelle laterali.

La “portica”
Nella seconda metà del IV sec., gli imperatori Graziano, Valentiniano e Teodosio costruirono, la cosiddetta "portica",  un percorso porticato per riparare da sole e pioggia le folle di pellegrini che affluivano a S. Pietro.
Il quadriportico
Nella seconda metà del V sec. papa Simplicio costruì il quadriportico che nel corso dei secoli si riempì di illustri sepolture. 

Il campanile
Alla metà dell’VIII sec., papa Stefano II costruì, a destra della facciata del quadriportico, un campanile a sei piani e dodici fornici o aperture per lato. Esso venne rifatto più volte a causa di fulmini. 

Il tetto
La navata mediana era coperta da un tetto a doppia falda; le quattro laterali erano coperte da un tetto a unico spiovente. La struttura lignea del tetto era formata da undici capriate nascoste da un soffitto piano a lacunari dorati, in seguito lasciate a vista.  I tetti delle navate erano di tegole di piombo e di laterizio. Nella prima metà del VII sec., papa Onorio I tolse le tegole di bronzo dorato dal Tempio di Venere a Roma per ricoprire il tetto del transetto.


Ricostruzione prospettica della basilica con il quadriportico, il campanile e le cappelle che l’attorniavano.

Gli edifici intorno alla basilica
A partire dall’VIII sec., la basilica si arricchì di oratori e cappelle, alcune delle quali ampie come chiese. Intorno alla basilica sorsero la biblioteca, la cappella del coro, sei chiese e quattro monasteri.


Pianta della basilica prima della demolizione della parte occidentale con il quadriportico, il campanile e le cappelle che l’attorniavano.

La Civitas Leonina
Nel IX sec., Leone IV, dopo l’incursione saracena dell’846, costruì una cinta di mura che partiva da Castel Sant’Angelo, passava alle spalle della basilica e tornava verso il Tevere nei pressi dell’Ospedale di S. Spirito. In questo modo, fuori le mura aureliane e oltre il Tevere, si formò una vera e propria cittadella autonoma che, dal nome del papa, prese il nome di Civitas Leonina. La cittadella comprendeva, oltre la basilica e gli edifici annessi, anche la zona di Borgo. Percorrendo il ponte Sant’Angelo, unica via d’accesso, si entrava nella zona fortificata attraverso la porta Sancti Petri, difesa da Castel Sant’Angelo.


Planimetria del Vaticano con le mura di Leone IV, costruite nel IX sec.


Veduta del Vaticano prima della demolizione della parte occidentale della basilica.