Neri discriminati in USA

Il problema della segregazione razziale si fa scottante negli USA nel secondo dopoguerra. Bianchi e neri sono divisi durante la vita quotidiana. In molti stati, fino alla metà degli anni sessanta, sono in vigore leggi che discriminano i neri negando loro i più elementari diritti civili. Un episodio avvenuto nel 1954 in una scuola di Washington dà il via al movimento contro la segregazione nelle scuole che dalla capitale si allarga a tutta la nazione. A tal proposito la Corte Suprema sentenzia che la segregazione razziale viola lo spirito della costituzione.
Nonostante ciò, molti stati del Sud perseverano in tali comportamenti. Nel 1955 Rosa Parks, una donna nera di Montgomery in Alabama che lavora per l’Associazione per l’avanzamento della gente di colore, viene arrestata perché occupa un posto riservato ai bianchi su un autobus e si rifiuta di cederlo. L’allora sconosciuto reverendo Martin Luther King organizza, dal pulpito della sua chiesa, il boicottaggio pacifico delle autolinee di Montgomery. La comunità nera di Montgomery non userà gli autobus per ben 381 giorni. King viene arrestato insieme ad altri 90 neri con l’accusa di aver intralciato un servizio pubblico, ma ricorre in appello e vince. Il 4 giugno 1956, una corte distrettuale degli U.S.A. sentenzia che la segregazione razziale sugli autobus di linea urbana è anticostituzionale.
Gli U.S.A partecipano nel frattempo, come principali promotori, alla creazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Diventa sempre più imbarazzante obiettare alle ingiustizie razziali di altri paesi, mentre, proprio negli U.S.A., si negano gli stessi diritti ai concittadini di colore. Ma non è questo l’unico motivo che accelera il processo di superamento della segregazione. A partire dal 1957 alcuni degli stati africani raggiungono l’indipendenza e i neri degli U.S.A. si identificano con le popolazioni africane. Essi vivono con orgoglio il mutato scenario politico dove appare evidente la capacità dei neri di assumersi responsabilità anche ad alto livello. Intorno agli anni sessanta l’esigenza di far riconoscere senza discriminazioni i diritti civili di tutta la popolazione, si fa sempre più sentita, anche grazie ad alcuni partiti politici e alle istituzioni religiose. Lentamente si modifica l’atteggiamento dei bianchi contro la partecipazione dei cittadini di colore ad alcune attività in settori rilevanti della società. Aumenta così la percentuale di professori universitari, avvocati, giudici, atleti, artisti e scrittori di colore. Nel 1960, a Greensboro, nella Carolina del nord, di fronte ad un ulteriore episodio di discriminazione, si fa strada la pratica del sit-in, adottata in ben quindici città nel sud del paese.
Il movimento per l’emancipazione della popolazione di colore viene sostenuto dal Presidente John Fitzgerald Kennedy, che nel 1963, chiede al Congresso di emanare leggi che garantiscano ai cittadini uguale accesso ai servizi e alle strutture pubbliche e private. Kennedy propone che non sia permessa la discriminazione nelle assunzioni da parte di imprese e istituzioni federali, che il governo federale non fornisca alcun sostegno finanziario ai programmi o attività che prevedano la discriminazione razziale. Il messaggio del 19 giugno 1963 del presidente alla nazione è una pietra miliare nel cammino degli U.S.A verso l’uguaglianza. Nel 1963, Martin Luther King organizza una marcia di protesta di 40 giorni nella quale vengono arrestate più di 2500 persone di colore. Le manifestazioni si moltiplicano in tutto il territorio e sempre nel 1963, ha luogo un’imponente marcia su Washington contro la discriminazione razziale. Vi partecipano tutte le maggiori associazioni, studenti universitari, cittadini qualunque, star del cinema, della canzone, uomini politici. Essi intendono così ribadire la loro fiducia nelle istituzioni democratiche, nella capacità del potere legislativo di far rispettare la giustizia, e sottolineare quanto sia importante la promulgazione del Civil Rights Act. Quando nel 1963 il Presidente Kennedy viene assassinato, molti leaders del movimento nero temono che il cammino verso l’uguaglianza e la giustizia subirà un fase di arresto. Ma nel 1964, a un anno dalla sua morte, il Civil Rights Act diventa legge. Il cammino però è reso più aspro e difficile per l’estrema povertà in cui vivono la maggioranza dei neri. In una società dove imperano l’abbondanza e il lusso, i neri non trovano lavoro, diversamente dai loro coetanei bianchi.
Buona parte della popolazione nera riceve sussidi sociali e vive in condizioni inumane nei ghetti dove spesso l’unica attività possibile è la criminalità. Nel frattempo organizzazioni razziste come il Ku Klux Klan e i White Citizens Councils (Comitati di cittadini bianchi) compiono atti di violenza, assassinii e attentati a danno dei neri e dei bianchi che lottano contro la discriminazione. La protesta dei neri si sviluppa e si allarga. I Black Muslims, movimento sorto negli anni trenta, sostengono che solo i neri uniti in nome di Allah riusciranno a conquistare il potere economico che, secondo loro, è la causa principale della discriminazione. Malcolm X, il leader più importante di questo movimento, è il primo a parlare di Rivoluzione Nera. Staccatosi dal movimento fonda l’Organization of Afro-American Unity, ma un anno dopo verrà assassinato. La mancanza di fiducia nelle istituzioni dei bianchi e la delusione per l’eterna lotta alla discriminazione, spingono i musulmani neri a credere che la strada verso l’eguaglianza sia sbarrata. Da qui nascono gli atteggiamenti di sfida al governo e alle istituzioni.
Nasce così, nel 1966, il Black Power che promuove l’autodeterminazione e la piena partecipazione alle decisioni riguardanti i neri. Questo gruppo, inizialmente moderato, arriverà a proporre il rovesciamento del sistema politico, economico e sociale. Sempre nel 1966 nasce a Oakland, in California, un altro movimento che vuole porre fine alle crudeltà della polizia bianca organizzando gruppi armati di autodifesa all’interno delle comunità nere. Tra il 1966 e il 1968 avvengono molte ribellioni violente causate dalle pessime condizioni di vita nei ghetti: i neri vogliono un lavoro, case decenti e scuole migliori. Nel 1968 Martin Luther King viene assassinato a Memphis. Con la sua morte finisce la lotta non-violenta. Il processo di desegregazione tuttavia procede incessantemente e con risultati positivi. Nell’arco di venti anni, dal 1950 al 1970, molte cose cambiano per la popolazione di colore, cambiamento dovuto al Civil Rights Act che ha fissato alcuni decisivi punti di riferimento nella lotta per l’uguaglianza e le pari opportunità.

 

 

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