Keith Haring (1958-1990)

Nasce nel 1958 a Reading in Pennsylvania (USA). Il padre gli trasmette la passione per i fumetti e l’abilità nel copiarli. Nel 1976 consegue il diploma superiore e s’iscrive alla Ivy School of Professional Art di Pittsburgh, centro per belle arti e arti applicate che lascia un anno dopo. Nel 1978 la direttrice del Pittsburgh Center of the Arts lo invita ad esporre alcune opere per quella che Haring considera la sua prima mostra personale. Nello stesso anno si trasferisce a New York per frequentare la School of Visual Arts. La fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta rappresentano un periodo di grande fermento innovativo nel mondo dell’arte e New York è uno dei principali centri di irradiamento delle nuove tendenze che caratterizzeranno gli anni seguenti. Qui Haring si muove tra disegno, video, performance e continue frequentazioni di luoghi, artisti e situazioni in progressivo fermento. Venendo dalla provincia, New York gli appare come un mondo nuovo, straordinario. L’artista rimane colpito dall’opera dei graffitisti di cui ammira il linguaggio comprensibile a tutti, l’abilità tecnica nell’uso delle bombolette spray, la rapidità d’esecuzione e la capacità di padroneggiare ampie superfici con immagini che possono proseguire all’infinito, senza soluzione di continuità, come sui vagoni della metropolitana.

Haring comincia a disegnare nella metropolitana. A differenza degli altri graffitisti, non dipinge sui vagoni, ma sugli spazi liberi destinati ai cartelloni pubblicitari. Gli spazi sono di alluminio rivestito di carta nera, ruvida e porosa. Haring utilizza dei gessetti bianchi e disegna immagini semplificate, quasi da cartoon. Impara ad eseguire rapidamente i suoi disegni per non essere arrestato dalla polizia, lavora a contatto con la gente e realizza opere alla portata di tutti. A New York diventa molto popolare con i suoi disegni firmati col simbolo del bambino raggiante che trasmette un’idea di speranza e di grande energia. A differenza degli altri graffitisti, Haring ha una preparazione artistica di buon livello. I suoi tre punti di riferimento fondamentali sono, nell’ordine, Andy Warhol, Walt Disney e Picasso. Le sue immagini, mutuate dai fumetti e dai cartoni animati, sono piatte, bidimensionali, senza particolari descrittivi. Usa solo colori primari e secondari. I precedenti del suo linguaggio personalissimo sono i geroglifici egiziani, i disegni aborigeni e quelli africani. Le sue opere sono spesso senza titolo perché il pittore vuole che ognuno le interpreti a modo suo. Dal 1981 Haring disegna e dipinge sui più diversi materiali come tele viniliche, metalli, oggetti trovati nelle discariche, statue da giardino e pelli animali. Negli anni ottanta incontra il giovane graffitista LA II (Angel Ortiz), con cui collabora a numerose mostre a partire dal 1982. Da questo momento il suo lavoro comincia ad essere riconosciuto a livello internazionale.

Muore di Aids nel 1990 dopo aver lavorato fino alla fine per sensibilizzare l’opinione pubblica ai problemi di questa malattia.

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