Jean Michel Basquiat (1960-1988) | ||||||||||
Jean Michel Basquiat, detto Samo, nasce nel 1960 a Brooklyn, da padre haitiano e madre portoricana. La sua famiglia appartiene alla piccola borghesia agiata, il padre è un contabile, la madre casalinga. Come gli altri due fratelli, Jean Michel studia in scuole cattoliche private fino alle superiori. Solo dopo la separazione dei genitori, il giovane prosegue i corsi superiori in una scuola pubblica, senza però conseguire il diploma per indisciplina. Parla perfettamente, oltre l’inglese, il francese e lo spagnolo, suona il clarinetto e ama il jazz. Legge molto e i suoi autori preferiti sono quelli della beat generation. A diciassette anni comincia a far uso di eroina. A diciotto abbandona la famiglia e comincia a vivere per strada e gironzola per la strade di Manhattan vendendo cartoline e magliette da lui stesso realizzate. In uno di questi vagabondaggi, egli incontra Warhol in un ristorante di Soho e riesce a vendergli qualche cartolina. Basquiat è già noto per i suoi tags che si trovano su tutte le vie di Manhattan, firmati col logo SAMO che sta per SAME OLD SHIT (la solita vecchia merda). Vicino al suo logo, c’è sempre la © del copyright, con cui l’artista intende dare importanza alla sua arte. Basquiat esegue questi tags in posti strategici, accanto all’ingresso di gallerie prestigiose, e la rivista “Village Voice”, voce autorevole di Manhattan, comincia a fotografarli e recensirli senza sapere chi ne è l’autore. Basquiat sogna di diventare celebre e i suoi eroi sono Charlie Parker, Jimi Hendrix, entrati nel mito grazie alla loro arte, ma anche grazie alla patina di disperazione di un’esistenza segnata dalla droga, dalle discriminazioni razziali, da un successo esplosivo e inaspettato, tributato da platee di bianchi. Nel 1979 Basquiat partecipa a numerose mostre. Dal 1982 diventa anche produttore discografico. Le sue produzioni hanno un successo di nicchia nel Mudd Club dove, nel 1988, conosce Madonna che vi si esibisce prima di diventare una pop star. Nel 1983 Basquiat conosce Andy Warhol, il grande artista della Pop Art. Da allora, Warhol diventa il suo punto di riferimento immediato e diretto e l’unica persona alla quale permette di intervenire nel suo rapporto con la droga. Il destino di Jean Michel Basquiat è lo stesso dei suoi eroi, perché passa dai graffiti notturni sui muri di Brooklyn e sulle lamiere della metropolitana, alle gallerie d’arte di Manhattan. Basquiat è il primo pittore nero che acquista una notorietà internazionale e le sue opere rappresentano la metà nera della Pop Art americana. Ma se quelle di Andy Warhol sono una raffinata fotografia della società consumistica, i segni e i disegni di Basquiat sono le urla di chi ha vissuto sulla propria pelle l’indifferenza, la discriminazione e l’emarginazione. Il rapporto tra Basquiat e Warhol s’incrina nel 1985, in seguito all’insuccesso della mostra “The sixteen conversation”, dove i due artisti espongono sedici quadri realizzati a quattro mani. Ma quando Warhol muore, nel 1987, Basquiat cade in uno stato di depressione che rallenta la sua attività e da cui si riprende solo nel 1988 quando, dopo una vita breve, ma intensa, muore stroncato da un’overdose a soli 28 anni.
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